Mista su tela 100×90
2013
Edoardo Menini nasce a Brescia nel 1955
“La pittura astratta di Edoardo Menini ci consente di “vedere” altri mondi e altre dimensioni. La sua è una ricerca che coinvolge body and soul, corpo e anima, per rubare il titolo a un brano jazz di Kenny Garrett. Del resto il ‘900, che è stato il secolo del jazz, ha sempre cercato, nell’arte, l’unione di queste due cose, corpo e anima, ovvero l’energia del suono e la forza del segno.
Un contrappunto di timbri cromatici e un’armoniosa partitura di segni innerva costantemente la pittura di Menini, anima anfibia fra suono e colore.
Le composizioni dell’artista si mostrano aggregate lungo linee maestre per lo più orizzontali, in un’apparente scansione di piani prospettici che evoca “paesaggi” open air, in una sorta di naturalismo sui generis, che “contamina” atmosfere morlottiane alla ritmica più libera dell’Espressionismo astratto; altre volte l’impaginazione segue linee verticali, suggerendo solenni visioni urbane, uno skyline metropolitano. Il tutto sempre rappreso in una singolare, ricercata tastiera di arancioni, di ocre, di gialli, di rossi luminosi e caldi, di neri, di grigi, di azzurri chiari; una scala cromatica accompagnata da un sapiente lavorìo di velature, di textures tattili e vellutate, mai troppo materiche né tantomeno stoppose, che trasmettono una netta sensazione della pittura quale opus in fieri, quale organismo dotato d’un proprio tempo d’esecuzione, che lascia apprezzare stratificazioni, macchie, tracce, impronte, preesistenze cromatiche, controllate casualità, accelerazioni grafiche, porosità di supporti su cui pennellata e segno si sfrangiano espressivamente”.
Estratto dal testo di Domenico Montaldo