Fusione di bronzo a cera persa 18×60
Federico Severino nasce a Brescia nel 1953. L’opera presente nella collezione è il bozzetto della scultura realizzata per la Chiesa Parrocchiale di Bagnolo Mella.
“[…] l’artista contemporaneo, che a certi livelli trae ispirazione dalla tradizione rappresentativa cristiana, è sopra ogni cosa impegnato nella oggettivazione della propria e personale interpretazione religiosa che sarà poi più o meno intellettualistica. Non si preoccupa più, infatti, che il proprio messaggio artistico sia anche, pur rimanendo tale, oggetto di culto, e quindi liturgico, cioè in evidente comunicazione diretta con il popolo di Dio”.
“[…] Alcuni elementi iconografici e linguistici consentono di definire lo spazio rappresentativo dello scultore bresciano. Il primo riferimento – necessario – è proprio all’andamento involuto, accidentato, movimentato dei suoi volumi e delle sue linee: come nell’andamento dell’architettura barocca, nulla è mai fermo, nulla è mai immobile, ma tutto, come spinto dall’incanto di una magia o dall’alito di un vento primaverile, si muove e si agita.
Il secondo riferimento, di natura iconografica, è al vasto uso degli elementi figurali e narrativi – raccolti dall’antichità classica. Severino, cioè, non recupera soltanto gli aspetti colti di una cultura lontana – dalle sfìngi alle maschere che sembrano adornare nuovi templi alla bellezza -, ma si tuffa anche nelle storie mitiche, alla ricerca di una nuova forma di conoscenza che possa giungere all’uomo dalla coscienza del mondo classico. Ne esce un’immagine a metà strada tra la divinizzazione e gli inquieti spessori della temperie storica in cui viviamo: la donna rappresenta una “summa” di contraddizioni, tra una bellezza solare e staccata dalla realtà, ed una corposità fisica che invecchia e svanisce, così come la sua bellezza, nello spazio d’un mattino”.
Estratti da testi di Federico Severino e di Mauro Corradini