Olio su tela 35×45
1978
L’attività pittorica di G. B. Bertelli ha radici nella famiglia, ben nota perché formata da restauratori. Padre, madre, fratelli hanno tenuto e tengono ancor oggi rinomata “bottega” il cui nome è legato alle opere di insigni artisti: da Moretto a Giacomo Ceruti, da Romanino ad altri Maestri lombardi e veneti.
Il mestiere imparato in casa lo ha reso diligentissimo esecutore di restauri (tanto che non gli è difficile imitare i sommi) e la sua fama era già vasta per quella attività. Ma ancor maggiore doveva essere quella di illustratore di pubblicazioni a carattere nazionale, quali “Il Corriere dei piccoli” o “La Domenica del Corriere” nelle cui pagine ha dedicato innumerevoli tavole ai più diversi aspetti del creato: dai fiori agli uccelli, agli animali in genere, al loro ambiente naturale. Più conosciuto quindi fuori che entro le mura natali.
Della precisione “scientifica” risentono anche i suoi dipinti ad acquarello nati nello studio alto d’un vicolo sfociante in P.zza T. Brusato e in cui la verità dei luoghi ritratti v’è tutta, “filtrata dalla emozione sottile di una personalità quieta e lirica”. Sono nature morte, con fiori di pianori appena soleggiati; antiche contrade di paesi collinari e montani dai legnosi soppalchi, e la neve su quei tetti, in cui l’atmosfera grava silente. Soltanto negli anni Settanta il pittore, maggiormente libero dagli impegni con le grandi Editrici, ha potuto presentarsi in mostre. Le riassume tutte la rassegna antologica presentata presso la Galleria d’Arte “Il Pitocchetto”, il cui catalogo propone l’esito di una intensa operosità illustrante contrade di “Brescia antica”, luoghi della periferia, località collinari e montane la cui precisione iconografica assume nel tempo valore documentario.