Olio su tela 120×80
1989

Teodoro Simoni è nato a Brescia nel 1942.

“Se è consentito ipotizzare un rapporto diretto fra i dati che connotano ciò che un tempo si chiamava storia di un’anima – ciò che alberga, prepotente, nel fondo segreto della propria esistenzialità – e i segni con i quali si costruisce quella singolare esperienza che è la cosiddetta opera d’arte, questa specie di dualismo risulta riconoscibilissimo a chi osservi, così come si dispiega nella sua interezza, l’opera pittorica di Simoni. Se ripensiamo a quanto abbiamo visto in mostre precedenti o se, meglio ancora, entriamo nel suo laboratorio e vediamo, così come sono collocati, un po’ alla rinfusa, i suoi quadri, compiuti o in via di compimento, questo dualismo è subito avvertibile. Le immagini prendono corpo su due prospettive, che si richiamano l’un l’altra, ma finiscono col rivelare un marcato antagonismo. Da un lato tumulti espressionistici: la contorsione dei gesti, il raggrinzirsi dei volti in angolose macerazioni, qualche ossessivo gigantismo figurale; dall’altro la compostezza di una dolente interiorità, l’ascolto delle parole sognanti e delle misteriose risonanze del silenzio, un tenero stupore carico di interrogativi su di sé e sul mondo. […] Qui ora basti dire che, come ogni pittore dotato di pittura figurativa, anche in Simoni sono leggibili i substrati nei quali ha radici il suo lavoro. Si potrà parlare di certo primo Novecento italiano, con qualche ascolto di Munch, Rouault, Kokoschka ed altri ancora. Ma nelle immagini che compaiono in questa mostra pare lecito parlare di un risultato che ha raggiunto una salda personale autonomia di significati e di forme”.