Mista su pannello 100×80
2000
Franco Rovetta è nato a Brescia nel 1938. Inizia la sua formazione artistica frequentando l’ambiente dell’Associazione Artisti Bresciani, in particolare sotto la guida di Domenico Lusetti, Giuseppe e Tita Mozzoni. Il suo percorso artistico si sviluppa partendo dal più tradizionale impianto figurativo, modificandosi poi per effetto di una ricerca impegnativa e caparbia, che lo porta a modificare sia concettualmente che tecnicamente le sue opere. Una sperimentazione che lo avvicina ai materiali, figli della terra come sabbie colorate e calci, un mondo fatto di concretezza ed astrazione, che guarda all’attualità con un occhio rivolto al passato.
[…] Rovetta possiede una qualità: sa impaginare l’immagine, sa equilibrare i toni; il mestiere e il talento avrebbero potuto consentirgli di rimanere nei suoi paesaggi, così immersi in un sapore narrativo. Sapeva Rovetta, e sa, usare i fondali che hanno lo spessore dell’intonaco, un rinvio alla casa, agli sfondi sabbiosi, pieni di grumi e di venature, pieni di storia e di memorie; sapeva Rovetta, e sa, trasferire le emozioni del cuore attraverso l’uso della materia, l’inserimento della tela juta, le cui fibre si sfrangiano. In tutta la prima fase della sua produzione, i materiali della pittura sostengono il racconto; solo nella fase che stiamo indicando gli stessi materiali cominciano ad assumere un ruolo significativo, portante, strutturale; diventano essi stessi luoghi espressivi fino a diventare protagonisti assoluti nelle dimensioni più recenti della sua ricerca. Altri materiali fili, carte, cartoni, utilizzati a collage, sono entrati nello spazio della pittura dell’artista bresciano: il cui occhio prensile lo ha portato ad allontanarsi dalla tradizione per misurarsi con la vicenda recente, come si diceva, con le accelerazioni del secondo dopoguerra”.
Estratto del testo di Mauro Corradini